prima pagina pagina precedente


Fiori di luce per Borsellino
Xenia Marinoni


conferenza stampa
foto di Xenia Marinoni, altre foto su Facebook

Monza non aveva mai visto una fiaccolata in memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta che morirono con lui nella strage di via d'Amelio il 19 luglio 1992. Sì, perché la mafia la si è sempre percepita come un realtà orribile, ma relegata solo al sud d'Italia. Invece, intanto, tutte le mafie scavalcavano il Tevere ed arrivavano anche al nord, anche in Lombardia, piantando bandiere invisibili … di cui si percepivano, in differita, i terribili risultati.
Il Nord d'Italia, che si credeva immune, si scopre improvvisamente invaso dalle mafie. Desio ne diviene esempio emblematico. La giunta cade per il coinvolgimento di alcuni politici del Pdl in un'inchiesta su presunte infiltrazioni della 'ndrangheta. Si dimetteranno diciassette consiglieri comunali su trenta. La vicenda di Desio sancisce di fatto un simbolico spartitraffico: è la prima volta che un comune della Lombardia cade per colpa di commistioni tra politica e criminalità organizzata.

Martedì sera (19 luglio 2011) l'associazione  PrimaVera Monza ha organizzato una fiaccolata in ricordo di Borsellino e di tutte le vittime della mafia. L'abbondante pioggia scesa dal cielo durante il tardo pomeriggio si era prima attenuata, fino a scomparire del tutto, trattenendosi nei nuvoloni carichi di pioggia, in un cielo plumbeo che oscurava la restante luce estiva. Un corteo di molti giovani partiva da piazza Carrobiolo ed attraversava le vie del centro, attirando la sana attenzione di diversi curiosi, colpiti da uno spettacolo forse inusuale per il capoluogo della Brianza. Le fiaccole, come tanti fiori di luce, riscaldavano il corteo che sfilava sul selciato ancora bagnato di pioggia, passavano davanti al Tribunale, costeggiando il Lambro risalivano il Ponte dei Leoni, sbucavano in piazza Duomo, per poi addormentarsi con grazia vicino al largo Mazzini, ad una ad una, nelle mani di solerti giovani , che le toglievano ai partecipanti al corteo e le spegnevano con grande accuratezza. In seguito tutti hanno potuto ascoltare l'intervento di Nando Dalla Chiesa tenuto al bar De Santis (all'interno della Rinascente).

Nando Dalla Chiesa
Nando Dalla Chiesa - foto di Xenia Marinoni, altre foto su Facebook

Il politico-scrittore non ha nascosto il fatto di essere stato piacevolmente sorpreso per l'iniziativa lodevole e davvero partecipata, commuovendosi diverse volte nel corso del proprio intervento, ricchissimo di pathos. Ricordando la fulgida figura del giudice Borsellino, uomo mite ed umile che non si è mai risparmiato nella lotta contro le mafie, ha avuto parole toccanti anche per le vittime della sua scorta, che hanno cercato di proteggerlo in una lotta impari: “un' organizzazione criminale perfetta in ogni suo ingranaggio, contro un apparato statale, purtroppo, non così organizzato”. Ma Dalla Chiesa ha messo subito in guardia i presenti su alcune dicerie spacciate per fatti veri, quasi leggende metropolitane, sulla mafia.

Si crede che le giovani generazioni della mafia e in particolare della n'drangheta (molto radicata sul suolo lombardo) siano collocate negli “alti cieli della finanza”, colletti bianchi tra colletti bianchi, lontane dalla nostra realtà e perciò difficilmente identificabili. In realtà le nuove truppe di questo, solo apparentemente invisibile, esercito nemico sono molto vicine alla nostra vita quotidiana, sono tra di noi, in mezzo a noi e svolgono tutte quelle attività che permettono loro di presidiare molto bene il territorio. Alcuni di loro sono portieri di palazzi, altri addetti alle pulizie. Per combattere queste organizzazioni criminali bisogna innanzitutto essere informati, perché esse si nutrono di ignoranza e di pressapochismo, infiltrandosi in ogni settore della società civile, grazie ai cosiddetti “cretini” che, con la loro superficialità, fanno e dicono gratis quello per cui la mafia talvolta paga...
Le nuove generazioni si infiltrano e colonizzano, creando una rete, una maglia fittissima e potentissima. E i cittadini, inermi, spesso hanno di esse poche informazioni infarcite di luoghi comuni ed imbevute di vecchi clichè. Ed intanto le mafie approfittano dell'involontaria noncuranza e traggono vantaggio dalle conoscenze approssimative di chi crede di essere informato, di chi crede che tali forme altamente organizzate di attività criminale non siano in continua crescita e trasformazione. Esse invece sono il risultato di un cambiamento terrificante e pericolosissimo, in continua evoluzione, ma che non muta mai la sua essenza criminale.

L'incontro con Nando Dalla Chiesa è stata una vera lezione per i presenti, ma anche un monito ed un incoraggiamento a non abbassare mai la guardia ed essere sempre cittadini responsabili.

Xenia Marinoni



EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net
Commenti anonimi non saranno pubblicati



in su pagina precedente

  21 luglio 2011